Il Veneto c’è tutti i giorni, anche a telecamere spente e non soltanto in emergenza
29 aprile 2020
L’emergenza ha fatto interessare molti cittadini a cosa accada in Regione, a cosa si decida a Palazzo Balbi. Questo è decisamente un fatto importante, oltre la spettacolarizzazione che si sta facendo della gestione emergenziale della diffusione del Covid 19. Emergenziale, perché di quella “strutturale”, ovvero del latitante sostegno economico regionale a famiglie e imprese, sembra non voler parlare nessuno. Io credo che se c’è una cosa che possiamo imparare da questa difficile situazione è che il Veneto ha bisogno di meno spettacolo e più azioni. Ha necessità di una politica regionale. Che manca da troppi anni. Non bastano le conferenze stampa, c’è da costruire progetti, sostenere lo sviluppo, rendere efficiente l’amministrazione. Lo sanno i Veneti quante volte il presidente Zaia si è presentato in Consiglio regionale negli ultimi 5 anni? 26 su 240, il 10,8% delle volte.
Quante occasioni di confronto e concertazione ci sono stati in questi anni? E quanti invece i momenti nei quali l’unico ruolo consentito è stato quello di spettatori possibilmente plaudenti? Pena lo scatenarsi di un bullismo mediatico che soprattutto sui social molte volte è diventato insostenibile e umiliante per le persone, le istituzioni e la politica. Affidandosi a questo metodo la Regione ha mancato ai suoi impegni con i Veneti, in troppi campi. Faccio solo un paio di esempi: il Piano dei trasporti, che attendiamo da anni e che è stato preparato in extremis per non arrivare alle elezioni con il vuoto totale, ma è talmente poco incisivo da essere invisibile. Eppure un sistema di trasporto efficiente e coordinato serve come l’acqua all’economia e all’ambiente della regione. Sarebbe bastato fare il sistema di bigliettazione elettronica unico regionale e ci sarebbe cambiata la vita.
Oppure il Piano regionale dei rifiuti, un documento essenziale per la gestione efficiente del settore, fortemente critico per un’economia circolare indispensabile per la sostenibilità. Assente. I Veneti sono bravissimi nella differenziata, vero, perché siamo responsabili e civili. Ma non bastano i cittadini, serve una regia regionale per non restare a pratiche di smaltimento fuori dal tempo.
O quanto previsto dal Piano per la qualità dell’aria nella regione più inquinata d’Europa. Assente. E possiamo parlare della politica per l’energia, della gestione dei Parchi, delle politiche per la disabilità, delle partecipate, assenti illustri della politica regionale, tutti campi dove il timone manca. Perché manca la squadra.
Perché non basta un uomo solo in plancia, serve una squadra di persone capaci e competenti sui temi. Chi conosce i membri della Giunta Zaia, chi ne ricorda progetti utili per il Veneto?
Eppure il Veneto ha bravissimi amministratori locali, persone straordinarie che fanno miracoli per i propri cittadini. Per aiutare a portare queste esperienze anche in Regione, per dare rappresentanza a questa parte civica di straordinario valore nella costruzione finalmente di politiche per il territorio ho accettato di impegnarmi per il Veneto.
25 anni di governo dello stesso gruppo dirigente sono troppi anche per una regione solida e resiliente come il Veneto. Ne abbiamo abbastanza dei giovani laureati che se ne vanno, dei Mose, degli ospedali in project finance, delle pedemontane a debito, dei piani casa che consumano suolo più di ogni altra regione. È tempo di costruire su obiettivi e con metodi e persone diverse. Il Veneto merita di più ed è per questo che ho scelto di accettare l’invito di tante e di tanti e di mettermi in gioco consapevole della difficoltà, ma anche dell’importanza della sfida. Una sfida che non è personale o di una parte, ma per il Veneto.
Ufficio Stampa
media@arturolorenzoni.itLeggi la Lettera ai Veneti di Arturo