Lorenzoni: «Imprese venete escluse. Danni incalcolabili»
Il candidato del centrosinistra: «La destra ha rinunciato a gestione controllata dei lavori pubblici»
Padova, 28 luglio 2020
«C’è una palese distorsione del mercato a danno delle imprese venete del comparto dei lavori pubblici e dei loro lavoratori attuata incredibilmente dalla stessa Regione Veneto. Sarà una delle prime cose a cui mettere mano nella nuova legislatura perché si stanno facendo danni enormi con regole che distorcono il mercato a danno delle imprese venete. L’economia va sostenuta con atti amministrativi, gli slogan e la propaganda non producono fatturato. Quanto raccontato oggi da Francesco Jori sulla stampa è la conferma di molte segnalazioni che continuo a ricevere da imprenditori e addetti. Le aziende che si aggiudicano un incarico pubblico dalla Regione non possono partecipare a gare regionali per i successivi due anni. Con l’ulteriore limitazione della piattaforma (gestita dalla regione Lombardia) a cui le aziende si iscrivono se interessate a partecipare ai bandi del settore attraverso la quale la Regione restringe gli inviti a non più del 30 per cento delle imprese venete. È la prova di una politica regionale che, non volendo interferire con gli appalti, ha delegato tutte le decisioni all’apparato burocratico regionale e mancato di dare centralità alle imprese venete. Ieri con le banche, ora con le assicurazioni e le imprese di pubblica utilità, la politica regionale resta estranea al sistema economico. Quando invece è costretta a intervenire, danneggia le imprese venete». Lo afferma Arturo Lorenzoni, candidato presidente del centrosinistra.
Ufficio Stampa
media@arturolorenzoni.itLeggi la Lettera ai Veneti di Arturo